Sulle Linee Programmatiche: il contributo di Stefania Spiga

Una delle parti copiate da Wikipedia delle Linee Programmatiche
In un Consiglio Comunale profondamente rinnovato nei componenti di minoranza, sono l'unica fortunata che ha avuto il piacere di ascoltare le Linee Programmatiche del Sindaco nel 2012.
E da quello che ho avuto modo di vedere, con gli anni, poco e niente è cambiato. Anzi.
"Dichiarazioni a copia e incolla" le ho definite in Consiglio, anzi, senza nemmeno saper copiare bene da Wikipedia, dal quale è stata presa quasi per intero proprio l'apertura del documento nelle prime due pagine "San Sperate, il paese delle opportunità".

Andando ad analizzare quello che è stato inserito nelle pagine scritte dal Sindaco è difficile non constatare quanto siano lontane dalla realtà: vorrebbero "creare spazi istituzionalmente riconosciuti... con metodi rapidi ed innovativi" e come minoranza ci ritroviamo ad elemosinare uno spazio dove riunirci in orari consoni ed adeguati e a denunciare per esempio, che le sedute consiliari, in un'epoca dove lo streaming in diretta va per la maggiore, sono registrate con le MUSICASSETTE. Ragazzi, le musicassette! (Per inciso, l'esperienza streaming in paese è durata all'incirca quanto l'esperienza consigliare del consigliere Sciola nella precedente amministrazione Collu. Rassegnato lui le dimissioni, finite le registrazioni).

Vi parlano di "de-burocratizzazione della macchina amministrativa", ma fatevi spiegare la trafila di un commerciante per poter installare legalmente un cartello pubblicitario sulla pubblica via che rimandi al suo negozio; oppure ancora, a quale santo si deve votare un artigiano per ottenere le necessarie autorizzazioni per il forno del proprio laboratorio. Parlano di "Ripristino bando pubblico con utilizzo rete wireless", che già detto così, io capisco che attraverso l'uso del wifi faranno nuovamente un bando, invece credo che intendano bandire nuovamente il wifi libero in paese, tentativo già fallito una quindicina di anni fa, staremo a vedere se avremo maggiore fortuna nell'epoca della fibra.

Sul Piano della mobilità si apre davvero un capitolo interessante: una pagina intera ripresa dal Comune di Cagliari e dalle linee strategiche della Città metropolitana, senza nessuna attinenza con le contingenze del nostro paese. Anche qui un nostalgico sguardo al passato a quanto era bello appartenere all'area vasta (riprendendo un documento del 2006!). Auspichiamo che il lavoro congiunto sulla Città Metropolitana, porti almeno da un accordo con enti come il CTM per il trasporto da e verso il capoluogo o almeno Decimomannu, sede di un presidio ospedaliero e della stazione ferroviaria.

Scorriamo veloce il documento e ci soffermiamo sul Museo del Crudo. I miei colleghi di minoranza hanno evidenziato come questa struttura sia ormai snaturata dal suo ruolo originario. Durante il primo mandato bandirono il famoso concorso per "Direttore a 4 euro al giorno", oggi devono ancora chiarirne la destinazione (cito testualmente: "una volta ridefinita la destinazione del Museo ... si intende intervenire con le manutenzioni, adeguandola alle attività cui verrà destinata". Si va bene, ma diteci quali, almeno).

Su quali siano poi le importanti ricadute dei servizi di promozione turistica ci siamo abbondantemente soffermati negli scorsi anni: avrete notato quante ricadute positive ha avuto l'affidamento diretto dell'intero budget destinato alle politiche turistiche alla società di Sanluri.

Scorrendo dai vari copia e incolla delle relazioni di cinque anni fa del Comitato Turismo Sostenibile e persino qualche riga dal programma elettorale della nostra Lista per le elezioni 2012, troviamo due proposte davvero, ma davvero interessanti:
     1. "Per incrementare le presenze annue è quindi necessario aumentare la ricettività già presente nel territorio." Attenzione: mica il contrario, a domanda segue offerta. No, avete capito bene: io Comune aumento i posti letto, sperando arrivi gente. Ma non è finita qui: vorrebbero "individuare spazi o aree pubbliche da destinare a posti letto da poter essere messi a bando per invogliare investitori ad incrementarla". Il Comune che diventa albergatore.
     2.  Ma ancora più divertente è il passaggio "di mettere a sistema e agevolare il flusso croceristico del capoluogo interagendo con le compagnie di Crociera e le attività locali che operano nel settore." Avete capito bene: dove non è riuscita la città di Cagliari, dove non è riuscita la Regione Sardegna, riesce San Sperate, che manco ha lo sbocco al mare, ad aumentare il numero di crociere! Davvero ambizioso, come abbiamo detto al Sindaco. Peccato che ci abbia già pensato l'ISIS: il notevole aumento di navi che scelgono di attraccare a Cagliari e Olbia è frutto dell'instabilità nell'Africa mediterranea, per cui le compagnie scelgono ovviamente approdi più sicuri, tra cui la Sardegna.

Privo di qualsiasi attinenza con la realtà è il passaggio per "l'inserimento di San Sperate martire nei percorsi devozionali della Sardegna". Intanto se avessero letto la delibera regionale, i percorsi sono ben definiti dalla Regione e sono iscritti in un Registro regionale. Ad oggi, sono quelli dei cammini di Nostra Signora Bonaria, di Santa Barbara, di Sant’Efisio, di San Giorgio vescovo di Suelli, di Santu Jacu e il percorso francescano della Sardegna e le sedi mete di pellegrini (Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco). E si parla di itinerari per cui la devozione al Santo interessa diversi paesi e comunità lungo il cammino. Sarebbe senza dubbio auspicabile che San Sperate diventasse davvero meta di pellegrinaggio, ma da qui ad inventarsi un Cammino, ce ne vuole. L'ho detto a margine del consiglio: invece che inventarsi di sana pianta cose che non esistono, perché non valorizzare realtà importanti, per esempio, come i cori polifonici che hanno onorato il nostro Comune cantando davanti a più di un Papa, magari attreverso la Scuola Civica. Quando si dice "Misteri della fede"... 

Sulla scuola un capitolo a parte: abbiamo rilevato le discrepanze tra quanto nelle Linee Programmatiche e quella che è la situazione reale. Due anni fa abbiamo presentato un'interrogazione sui furti dei PC, ancora non riacquistati e sui gravissimi problemi di manutenzione degli stabili. L'ADSL non funzionante da mesi impedisce di fatto il corretto svolgimento delle attività nell'aula informatica. Per la scuola dell'infanzia la messa a norma dell'impianto elettrico non previsto nell'attuale progetto di ampliamento; per la scuola secondaria sollecitato gli interventi nel tetto perché, inverno dopo inverno, la situazione delle infiltrazioni non è cambiata e continua a piovere su anditi e aule. Necessario sarebbe anche l'ampliamento e la climatizzazione dell'aula magna per i concerti; e l'insonorizzazione dell'aula di strumento. Si parla di "riapertura dello sportello scuola per il supporto didattico-psicologico", ma in realtà non è mai stato aperto prima. Importante parlare di bullismo, se ci riferiamo ad azioni di prevenzione del fenomeno: abbiamo chiesto si quantificasse il problema, perché fortunatamente non sono mai stati denunciati casi. Richiesti dalla scuola e ad oggi disattesi, i finanziamenti per un progetto sulla cultura e legalità, ma si vogliono sostenere invece progetti e sportello bilingue in lingua sarda mai richiesti dal collegio docenti. Richiesto e mai ottenuto anche un presidio all'ingresso e all'uscita della scuola di Via Pixinortu da parte della Polizia Municipale stante la pericolosità della strada. Apprendiamo finalmente che dopo ben sei anni di richieste disattese, quest'anno anche San Sperate tornerà a far parte del circuito di Monumenti Aperti per l'edizione 2018 (ci rassicurano con fondi comunali, lo prendiamo come un impegno). Ci sono voluti sei lunghi anni perché l'iniziativa tornasse in paese dopo le edizioni coordinate dall'ex Assessore alla cultura Gianluca Schirru che videro il coinvolgimento delle scuole, dei nostri ragazzi e un grande afflusso di residenti e turisti (l'ultima edizione nel 2011).

Anche sullo sport sono cinque anni che assistiamo alla inesorabile frammentazione di società sportive e alla mancanza cronica di spazi. San Sperate ha da sempre avuto importanti realtà con ottimi risultati in varie discipline. Di queste alcune riescono a mantenere certi standard per via degli spazi dove si allenano. Per altre, il proliferare di società della stessa disciplina comporta problematiche oramai stanno diventando croniche per il nostro paese: tutte pescano dallo stesso bacino di utenti, tutte vogliono gli stessi impianti comunali già carenti e poco rinnovati. L'Amministrazione Comunale dovrebbe porsi come obiettivo di limitare questi fenomeni e non favorirlo, dicendo si a tutti come succede oggi. Dovrebbe lavorare alla concertazione e favorire nuove discipline dove ce n’è bisogno e non, invece, dove esistono già realtà attive da anni. Abbiamo denunciato la cancellazione della Commissione Sport, che aveva un ruolo fondamentale sul controllo dei contributi e il suo parere era vincolante per la Giunta, oltre ad interpretare a pieno il principio democratico di rappresentanza e il ruolo di sintesi tra società che dovevano sentirsi per eleggere i propri rappresentanti. Questa Amministrazione invece vuole creare la Consulta omnia che invece non avrebbe nessun potere decisionale e vincolante sulle politiche comunali e vedrebbe tutte le società rappresentate in eguale misura. Un organismo destinato a diventare mero sfogatoio, senza progettualità o concretezza.

Per questi motivi e per le altre gravi criticità esposte dalla capogruppo e dai colleghi della minoranza, il mio voto non può che essere contrario.

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