Sulle Linee programmatiche: i quesiti di Alberto Mossa e Maurizio Cordeddu.
Alberto Mossa nel suo intervento è intervenuto sui temi culturali e archelogici. Questi in sintesi i quesiti:
Cosa si intendono per zone di presidio ambientale ed archeologico?
Nelle vostre linee di programma si fa cenno alla tutela delle evidenze monumentali ed archeologiche, esclusa l’area di Su Fraigu lungo la S.S. 131 che cosa è rimasto delle restanti aree archeologiche?
Inoltre si fa cenno alla possibilità di apertura di cantieri e di poter effettuare prospezioni archeologiche. In quali contesti? Gran parte delle aree si trovano in terreni privati ed attualmente la Soprintendenza Archeologica, data la carenza di fondi ed al fine di evitare elargizioni per quanto riguarda il premio di rinvenimento non sta rilasciando concessioni nell’ambito dell’archeologia privata. Per quanto concerne interventi all’interno del tessuto urbano oggigiorno è obbligatoria la cosiddetta “sorveglianza archeologica”, pratica fino ad ora ignorata.
Come mai non si è fatto cenno al patrimonio archeologico materiale? Attualmente i nostri reperti sono divisi nei depositi comunali e ministeriali di Cagliari (loc. Calamosca), Monastir, Sardara e Barumini; il comune di San Sperate possiede un piccolo deposito comunale ma totalmente inadatto a tale funzione e inospitale per chi volesse studiare i manufatti, a distanza i circa 40 anni dai primi scavi non sarebbe il caso di trovare un’adeguata sistemazione?
Questo rappresenterebbe un punto di partenza per instaurare una collaborazione tra Soprintendenza ed Università per lo studio degli importantissimi reperti archeologici rinvenuti nel nostro territorio.
Maurizio Cordeddu invece è intervenuto sulla mobilità, rimarcando la preoccupazione per la congestione del traffico nella via XX Febbraio e sulla pericolosità del ponte per Villasor.
Cosa si intendono per zone di presidio ambientale ed archeologico?
Nelle vostre linee di programma si fa cenno alla tutela delle evidenze monumentali ed archeologiche, esclusa l’area di Su Fraigu lungo la S.S. 131 che cosa è rimasto delle restanti aree archeologiche?
Inoltre si fa cenno alla possibilità di apertura di cantieri e di poter effettuare prospezioni archeologiche. In quali contesti? Gran parte delle aree si trovano in terreni privati ed attualmente la Soprintendenza Archeologica, data la carenza di fondi ed al fine di evitare elargizioni per quanto riguarda il premio di rinvenimento non sta rilasciando concessioni nell’ambito dell’archeologia privata. Per quanto concerne interventi all’interno del tessuto urbano oggigiorno è obbligatoria la cosiddetta “sorveglianza archeologica”, pratica fino ad ora ignorata.
Come mai non si è fatto cenno al patrimonio archeologico materiale? Attualmente i nostri reperti sono divisi nei depositi comunali e ministeriali di Cagliari (loc. Calamosca), Monastir, Sardara e Barumini; il comune di San Sperate possiede un piccolo deposito comunale ma totalmente inadatto a tale funzione e inospitale per chi volesse studiare i manufatti, a distanza i circa 40 anni dai primi scavi non sarebbe il caso di trovare un’adeguata sistemazione?
Questo rappresenterebbe un punto di partenza per instaurare una collaborazione tra Soprintendenza ed Università per lo studio degli importantissimi reperti archeologici rinvenuti nel nostro territorio.
Maurizio Cordeddu invece è intervenuto sulla mobilità, rimarcando la preoccupazione per la congestione del traffico nella via XX Febbraio e sulla pericolosità del ponte per Villasor.
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