Sulle Linee Programmatiche 2017-2022: l'intervento di Mauro Ibba
La lettura delle
Linee Programmatiche 2017/2022 ingenera su chi le legge la
convinzione che una lista giovane abbia vinto le elezioni per il
rinnovo del Consiglio Comunale, sconfiggendo i vecchi amministratori
incapaci e si avvii a cominciare il suo mandato amministrativo con
tante belle idee da mettere in pratica tali da rendere finalmente
vivibile il nostro paese.
Un concentrato di
buone intenzioni, anche condivisibile in alcuni punti, ma che deve
fare i conti con un dato di fatto che non si può smentire. Vale a
dire il fatto che a proporre queste linee programmatiche è il gruppo
che negli ultimi anni ha governato il paese che tutti noi amiamo.
Analizzando infatti le linee programmatiche 2012 si può notare con
evidenza che molte di quelle “buone intenzioni” vengono
riproposte oggi in maniera del tutto eguale a come vennero proposte
cinque anni fa, tanto da farci pensare: perché dovremmo credere che
ci sia la capacità di realizzarle oggi, quando per cinque anni ciò
non è avvenuto?
Pur rispettosi della
scelta che i cittadini hanno fatto, non possiamo non rimarcare quelle
criticità che in campagna elettorale erano emerse; cioè un giudizio
insufficiente sull’operato amministrativo conclusosi a maggio.
Ad iniziare dalla
mancata inclusione di San Sperate nella Città Metropolitana. Noi
riteniamo che ciò condizionerà le scelte amministrative del nostro
paese per i prossimi 10/15 anni e pur ribadendo il nostro appoggio a
tutte le iniziative che questo Consiglio metterà in essere per
l’inserimento di San Sperate nell’organismo appena nato, non
possiamo non evidenziare le precise responsabilità
dell’Amministrazione uscente/riconfermata, che hanno determinato
questa situazione.
A iniziare dalla
mobilità, viabilità e genericamente accesso ai servizi. La
situazione negli ultimi cinque anni non è certamente migliorata e
per quanto sopracitato il nostro paese rischia di rimanere escluso
dai tavoli che contano in cui si decidono le strategie della intera
mobilità nell’hinterland cagliaritano. Per ciò che riguarda
Urbanistica e ambiente l’analisi che deriva dalle linee proposte
induce a pensare che non vi sia una visione strategica per governare
lo sviluppo del nostro territorio ma che ciò venga indirizzato da
quello che i privati propongono. Anche qui vi sono una serie di buone
intenzioni che periodicamente vengono riproposte senza che si
paventino soluzioni pratiche. Due esempi: area boschiva di Pixinortu
ed edificazione in terra cruda. Per quel che concerne i lavori
pubblici oltre ad una generica volontà di portare a termine
strutture che rischiano di rimanere incompiute manca totalmente il
riferimento al decoro urbano; vi sono zone del paese che non sono
certamente esempio di pulizia e ordine a cominciare dal cimitero che
appare in uno stato non decoroso, cosa grave se pensiamo al fatto che
per tutti noi è il posto a cui siamo più legati.
Da chiarire in via
definitiva il destino del Museo del Crudo stante la situazione
attuale. Il Museo del Crudo assieme al Giardino Sonoro di Pinuccio
Sciola ed ad un Itinerario dei Murales potrebbero costituire un
ottimo motivo per invogliare le comitive turistiche a trascorrere una
giornata nel nostro paese. Nelle linee programmatiche non si
individua il vero problema che impedisce al nostro paese di
intravedere un reale sviluppo turistico e cioè la costante
incapacità a fare sistema tra tutti gli attori del comparto, siamo
esse strutture ricettive e di ristorazione o gestori ed operatori dei
siti di interesse. Ruolo dell’Amministrazione è proprio quello di
promuovere e favorire questo “sistema” dalle linee programmatiche
ciò non emerge.
Lo stesso problema
esiste nell’ambito sportivo: da quando è stata soppressa la
commissione comunale allo sport non vi è più un organismo di
consultazione e si deve ringraziare la buona volontà dei dirigenti
sportivi che tra mille sacrifici riescono a fornire un apprezzabile
livello di offerta agonistica alle nostre nuove generazioni. Su
questa buona volontà devono contare anche le Associazioni di
Volontariato che vanno ringraziate per il loro impegno e abnegazione
ma che spesso non trovano nell’Amministrazione un interlocutore
valido. Cito il caso di una associazione con attività
ultraventennale che nonostante le promesse non ha avuto soddisfazione
nella richiesta di una sede. Penso che sui temi sociali interverranno
i colleghi.
Per ciò che
riguarda le attività produttive ci si sarebbe potuti aspettare una
analisi sulla situazione drammatica dei tanti ragazzi che in questi
anni sono dovuti partire in cerca di sorti lavorative migliori e
purtroppo non hanno trovato situazioni favorevoli per poter
intraprendere in loco il progetto di impresa che avevano in testa.
Certo non si può gettare sull’amministrazione questa colpa ma è
anche vero che per esempio l’incubatore di imprese sito in via
Cagliari che era stato costruito per favorire proprio i nuovi giovani
imprenditori oggi è tutt’altra cosa e oltre a non aver svolto il
suo ruolo non è stata posta allo studio una ipotesi alternativa.
Se si realizzasse un
progetto credibile affinché anche uno solo di questi ragazzi fosse
stimolato a rientrare sarebbe un buon risultato ma nelle linee
programmatiche di questo non vi è traccia come non vi è nessun
accenno alla zona industriale sulla S.S. 131 che attualmente pare
abbandonata a se stessa mentre probabilmente è ricca di potenzialità
soprattutto occupazionali.
Il settore agricolo
che presenta alcune eccellenze appare complessivamente in uno stato
di perenne crisi dovuta certamente a vari motivi, anche qui l’analisi
fatta nel programma non sembra avere una visione strategica: più
un’analisi del reale che non una idea di prospettiva. E in questo
contesto anche delle buone idee come quello della De.Co, dopo una
partenza ambiziosa appare oggi in una fase di stanca che non promette
niente bene.
Si parla anche di
una revisione delle Zone Svantaggiate e noi pensiamo che in questo
settore se l’Amministrazione metterà in campo azioni credibili il
sostegno del gruppo Cittadinanza Attiva non mancherà.
Il quadro che
risulta da queste analisi certo non sembra roseo; molti di questi
“buoni propositi” erano stati lanciati anche nel Programma di
Mandato 2012 e buona parte non è stato ne affrontato ne tanto meno
risolto.
Cortesia
istituzionale vorrebbe che per una nuova Giunta che s’insedia vi
possa essere una sorta di apertura di credito da parte della
Minoranza. Non ci sembra questo il caso in quanto non si hanno
elementi per valutare se ciò che non è stato realizzato nei cinque
anni precedenti possa essere portato a termine nella consigliatura
appena iniziata.
Pertanto il mio voto
sarà contrario e proporrò al mio gruppo di esprimersi in modo
simile.
Grazie.
Mauro Ibba
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