Amalia Schirru sulla decennale questione degli espropri
Sulla questione degli espropri relativi i primi anni Ottanta credo che sia necessario fare un po' di chiarezza, alla luce delle strumentalizzazioni e del chiacchiericcio in questi giorni di campagna elettorale.
Trovo quasi divertente come sia facile durante le scadenze elettorali, riproporre il tema come principale nel dibattito da bar. Ese davvero non avessi l'esperienza maturata in questi anni, quasi sconvolgente che si imputi all'Amalia allora neppure trentenne, l'inerzia accumulata nelle Giunte di tecnici che si sono susseguite.
Il dato principale è uno: nei primi anni Ottanta è vero si sono fatti numerosi espropri per utilità pubblica.
Cosa significa?
Che San Sperate è stato il primo paese in tutta la Sardegna che grazie a quegli espropri ha potuto godere di una scuola materna pubblica, l'unica di cui hanno goduto e di cui ancora godono generazioni di bambini e bambine sansperatini e di una scuola media, per la quale la mia Amministrazione pagò appunto l'esproprio dei terreni. Che ha goduto di un Piano per gli insediamenti produttivi. Che avrebbe un Centro Polivalente, se nei decenni successivi si fosse riusciti a completarlo e ad inaugurarlo. Che molte famiglie hanno potuto avere una casa, grazie a quei piani residenziali pubblici.
Non voglio stare al rimpallo delle responsabilità, perché sono solita assumermi quelle che mi competono e lasciare le chiacchere altrove. Andando oltre le chiacchere da bar, come dicevo, leggo tra le righe della relazione di fine mandato dell'attuale Sindaco, una serie di "non ricordo" che possono sembrare quantomeno strumentali, per una persona che ha dato un grande apporto amministrando la vita sansperatina negli ultimi venti anni, da consigliere, assessore, vice Sindaco e Sindaco.
In generale, l’esproprio è un mezzo che non viene usato a danno di qualcuno ma a favore di tutti, dato il pagamento dell'indennità riconosciuta al proprietario ed il beneficio in termini di servizi che ne consegue alla popolazione tutta.
Posso riassumere quelle che sono le mie considerazioni, ma è sufficiente consultare i numerosi atti di giunta, di consiglio e i mandati di pagamento della ragioneria del Comune per scoprire la semplice verità.
Spiegare ai nostri compaesani che sulla vicenda delle aree dei Barrago, l'esproprio in se, quello risalente agli anni 80, è stato pagato puntualmente, ci sono le delibere e le fatture della ragioneria. Abbiamo tutti gli atti che testimoniano la verità. Invece, per intenderci sulla causa che riguarda la porzione di terreno che non rientrava negli accordi tra Comune e proprietari per gli espropri dove sono state realizzate la scuola media e materna, la sentenza è arrivata perché a seguito dell'impugnazione dei Barrago nel 2011, il Comune non si presentò a difendere la propria posizione in tribunale e per questo è stato appunto condannato in primo grado nel 2015.
Per le aree dove sorgono i due PEEP di IsSpinargius e San Giovanni, in tutti questi casi proprietari furono pagati entro i 30 giorni previsti negli accordi sottoscritti.
Per le aree dove sono state costruite le case IACP in via Lussu esisteva una trattativa con i proprietari, per le cessioni delle aree di due famiglie in via Garau lasciai pronti gli accordi già sottoscritti e i fondi a disposizione delle successive amministrazioni, per eseguire il pagamento.
Anche per l’esproprio dell’area per il Centro sportivo, progetto approvato nel 1987, si èproceduto con l’accordo bonario e l’individuazione del giusto indennizzo e delle risorse per riconoscerlo. Ma il pagamento di quasi 800 milioni di lire alla famiglia Serra è avvenuto solo nel 1994, non a causa mia e dell’Amministrazione di allora. Non conosco i motivi per cui l’accordo non fu concluso ed i perché ci sia stato successivamente il ricorso.
Gli interventi riconducibili al mio periodo di mandato negli anni Ottanta furono effettuatiseguendo le procedure della legge vigente econ l’obbiettivo di offrire alla collettività le opere di urbanizzazione e i servizi di cui il paese tuttora beneficia, cercando in ogni circostanza di raggiungere l’accordo bonario e riconoscendo l’indennità indicata dalle norme nel rispetto dei tempi concordati con i proprietari. Ci vuole coraggio a fare una scelta come gli espropri, specialmente se si toccano interessi personali, guardando al bene della collettività.
Non entro nemmeno nel merito delle ultime varianti di lottizzazioni private, che nulla hanno a che vedere con gli espropri e che intervengono su trent'anni di "Ci penserà l'Amministrazione che verrà!".
IL FUTURO?
Uno dei punti fondamentali del nostro programma è focalizzato sulla particolare attenzione verso il recupero, il riuso ed il risanamento del patrimonio edilizio già esistente. Lo strumento dell’esproprio deve essere usato solo nel caso in cui l’incremento della popolazione rendaindispensabile offrire servizi necessari ai cittadini, quali scuole, strade ed opere di urbanizzazione primaria, piani Peep (ossia piani di edilizia economica e popolare) destinati ad aiutare chi, avendo un reddito eccessivamente basso, non può permettersi una casa di proprietà.
Amalia Schirru
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