Bilancio a San Sperate: misure ordinarie per una situazione straordinaria

 Anche a San Sperate, misure ordinarie per una situazione a dir poco straordinaria. È la frase con cui possiamo riassumere il Consiglio comunale di venerdì scorso. Dopo tre mesi dall'ultima riunione, dopo mesi di pandemia e settimane di lockdown, la programmazione per il triennio venturo che ci è stata presentata dalla Giunta prevede interventi ordinari, temporanei e nessuna previsione straordinaria ed emergenziale o di lungo termine.

Siamo concordi sul fatto che sia difficile fare previsioni anche in un contesto normativo e amministrativo mutevole, ma è anche vero che oltre le risorse dei buoni spesa stanziati dal Governo e dei fondi per le famiglie della Regione, il bilancio del Comune di San Sperate è inadeguato a fronteggiare la dura eredità che ci verrà lasciata da questa pandemia.

La Giunta non ha previsto nessuna azione per le famiglie in difficoltà a causa dell'emergenza coronavirus: nonostante i proclami su Facebook, non vi è stata nessuna riduzione delle imposte locali (IMU, TARI, COSAP), nessun supporto alle attività che si occupano di ristorazione, ricettività e turismo, nessuna azione per mettere in atto per garantire, in sicurezza, la riapertura di scuole, impianti sportivi e dei luoghi della cultura. Niente per agricoltura. Niente per la cultura. Niente significa, nessuna risorsa nelle tabelle, nessuna parola spesa nel Documento Unico di Programmazione.

Con la fase 2 e ora con le nuove imminenti riaperture, San Sperate riprende possesso dei propri spazi pubblici come se niente fosse successo. Passeggeremo in un paese sporco e non curato (il Sindaco dice che è primavera e quindi l'erba cresce). Nessuna risorsa destinata alla sanificazione straordinaria dei luoghi pubblici e nessun intervento programmato con cadenza continuativa per il futuro. L'unico commento al riguardo è dell'Ass. Cocco che avendo partecipato ad una conferenza stampa dedicata alle imprese private (non meglio identificata), ha tenuto a precisare “che tali interventi non sono obbligatori” e quindi per analogia si fa così anche con i luoghi pubblici.

La capogruppo Amalia Schirru ha sollecitato a spendere i 25 milioni di euro disponibili per pagare quanto dovuto alle imprese per concludere i lavori delle opere incompiute, preparare le riaperture delle scuole, dell'asilo nido e del centro diurno. Per non parlare della sistemazione delle strade e dell'urgenza di procedere a pagare i contributi regionali per le ristrutturazioni delle abitazioni in centro storico e di chiudere la partita dell'esproprio del centro sportivo con i soldi disponibili e accantonati ormai da decenni. È stato sottolineato il bisogno di rifare il bando per l'assegnazione dei lotti disponibili dei piani di zona per dare una risposta alle giovani coppie che vogliono costruire la casa e creare lavoro nell'edilizia. Il tutto per ricostruire opportunità di sviluppo e uscire da questa situazione di stallo che la pandemia ha accentuato.

L'anno scorso abbiamo votato contrariamente all'aumento dell'aliquota IRPEF dallo 0,50 allo 0,70. Ci saremmo aspettati un ritorno allo 0,50, come abbiamo proposto, ma l’Assessore Cinus ha tenuto a precisare quanto la nostra proposta fosse meritoria “però l’addizionale Irpef incide su soggetti che hanno una fonte di reddito certa, mentre se dobbiamo intervenire è preferibile farlo su altre voci es. le tariffe tari che gravano su tutti anche su chi non ha un reddito sicuro..;”. Come a dire: tu che hai lo stipendio certo a fine mese non ti devi lamentare. 

Abbiamo votato favorevolmente alla proposta di rinvio delle tariffe TARI che era stata messa all'ordine del giorno senza cambiamenti rispetto al 2019. La finanziaria del 2020 ha previsto la possibilità di determinare le aliquote anche dopo l’approvazione del Bilancio di Previsione non oltre comunque il 30 giugno 2020. Fortunatamente hanno pensato bene di posticiparla al fine di verificare un eventuale riduzione delle aliquote, sempre qualora si reperiscano le necessarie risorse in bilancio. Perché infatti non c'è stata alcuna trasparenza su come vorranno fare, se non ricorrere all'avanzo e non alla creazione anche di un Fondo speciale dedicato come abbiamo proposto noi. A questo proposito, sia l'Ass. Cinus che il Sindaco hanno in un primo momento anticipato che le risorse risparmiate dalla mancata realizzazione della Sagra delle pesche sarebbero servite per ridurre la Tari. Siamo stati sorpresi da queste anticipazioni. Solo dopo aver sottolineato che nel DUP sono esplicitati i fondi per il Festival di Sant’Arte e non quelli della Sagra delle Pesche e Cuncambias e, solo dietro la nostra proposta di destinare al comparto agricolo e alle associazioni culturali, le risorse risparmiate qualora non si potessero realizzare i festival e la sagra, l'Ass. Pilloni ha tenuto a rassicurare che non intende tagliare i fondi per le manifestazioni, precisando che si rende necessario rivedere le modalità di svolgimento delle stesse in considerazione della situazione epidemiologica che si è venuta a creare ed evidenziando le problematiche che sta attraversando il settore agricolo in particolare quello florovivaistico. Se da un lato siamo felici di queste rassicurazioni, dall'altro speriamo si mettano d'accordo.

Un capitolo a parte merita la discussione avvenuta sulle consulenze, in particolare quella sulla Città della cultura e sulla gestione della comunicazione istituzionale dell'ente, su cui vi terremo informati.

È stato insomma imbarazzante e paradossale che mentre si sarebbe dovuto discutere di bilancio previsionale, tutte le richieste di misure emergenziali fossero rimandate a variazioni future. 
Ci siamo impegnati fin da subito per essere propositivi e collaborativi, con alcune proposte mirate e puntuali, confidando nel buon senso. Ma purtroppo la mancanza di lungimiranza e prospettiva, hanno fatto si che votassimo contrariamente a tutti i documenti annessi al bilancio. Un'occasione persa anche stavolta. 

Abbiamo chiesto di protocollare il nostro intervento, che ripubblichiamo qui, in cui sono riassunte le nostre proposte. Speriamo e auspichiamo che un tavolo specifico per l'emergenza e un coinvolgimento fattivo che prescinda dai like su Facebook, possa aiutare a venire a capo insieme da questa situazione.

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